Age Diversity: un valore aggiunto per l’azienda

by Emanuela Calatti

Per un’azienda numerosa come Mondoffice, che può contare su oltre 300 collaboratori che ogni giorno lavorano in team e si confrontano tra loro, coprire più generazioni è un fatto naturale. Abbiamo al nostro interno ben 4 generazioni ed è importante valorizzare differenze, caratteristiche e qualità di ognuna di esse.

Age diversity

Baby Boomers

L’8% dei nostri collaboratori è composto da Baby Boomers. Sono coloro che sono nati tra il 1946 e il 1964 e sono la prima generazione a vivere i grandi cambiamenti e le innovazioni tecnologiche portate dall’industria bellica della seconda guerra mondiale. Sono i figli di chi ha combattuto la guerra, coloro che hanno dato vita alle prime rivoluzioni sociali ed economiche trovandosi davanti un mondo pieno di opportunità, un mondo da ricostruire, la possibilità di studiare, il lavoro per tutti, anche per le donne, che finalmente possono pensare di crearsi un futuro migliore dei propri genitori.

Sono la generazione più numerosa di sempre, ottimista e cresciuta col mito del “self-made man”, quella che ha cambiato le regole della famiglia così come quelle della società e del lavoro.

Hanno un forte orientamento al lavoro, alla carriera e all’impegno politico e civile. Sono concreti, dispongono di buone possibilità economiche e tendono a ricoprire posizioni di prestigio.

Generazione X

La fetta più grande è quella della Generazione X, che rappresenta il 57% dei nostri collaboratori. I generazione X sono nati tra il 1965 e il 1979, sono coloro che sono cresciuti durante gli anni ’90 del secolo scorso, in periodo di crisi economica e austerità, con i genitori preoccupati per il posto di lavoro e la disoccupazione crescente. Questa generazione ha visto l’approvazione della legge sul divorzio ma ha vissuto anche la paura di un conflitto nucleare.

la si può definire una generazione cauta quando non scettica, cresciuta al suono di “non accettare caramelle dagli sconosciuti”, una generazione per cui il cambiamento è una necessità prima ancora che una virtù, consapevole che quello che prima funzionava oggi potrebbe non funzionare più.

Sul lavoro sono ambiziosi e autosufficienti, flessibili e aperti al dialogo. Sono naturalmente orientati al problem solving, pratici e orientati al risultato. In un’azienda cercano soprattutto un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.

Millenials

Ci sono poi i Millenials, che rappresentano poco più di un terzo dei nostri collaboratori. Sono nati tra il 1980 e il 1994 e sono la prima generazione ad avere accesso alle informazioni veloci e a poter quindi investire sulla propria formazione. Prima generazione a sperimentare la famiglia mononucleare, sono spesso figli unici, crescono con l’utilizzo della rete e sperimentano per primi la nuova possibilità di sviluppare amicizie non “di persona”. Sono anche i primi a sentir parlare di ambiente a scuola, ambiente dove incontrano e imparano a conoscere differenti etnie.

Vivono in diretta la tragedia dell’attacco alle Torri Gemelle e acquisiscono così la consapevolezza che tutto è precario e può finire da un momento all’altro.

Sono la generazione della “Sharing economy” e del riciclo come stile di vita.

A livello lavorativo, sono una generazione molto esigente su strumenti e risorse, vogliono avere un ruolo attivo nell’azienda e cambiano spesso lavoro. Sono predisposti alla negoziazione e non accettano compromessi a livello salariale.

Generazione Z

La fetta più piccola, un 2%, è rappresentata dalla Generazione Z, quella che è già proiettata nel futuro. Sono i nati tra il 1995 e il 2010, i figli della generazione X, quelli che non sanno cosa sia un mondo senza internet. Studiano gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute del pianeta e dei suoi abitanti, inventano nuovi mestieri e comunicano principalmente tramite Whatsapp, Instagram o Snapchat. La facilità di accesso ad un gran numero di informazioni la rende una generazione pragmatica, con un approccio che può però favorire la velocità a discapito della precisione.

Questa generazione riconosce la diversità come un valore ed è a loro che è affidata la rivoluzione del mondo del lavoro.

Rispetto ai Millenials, sono ancora meno focalizzati e sempre più multitasking. Fanno leva su tecnologia e network virtuali per scegliere ambiti lavorativi più indipendenti. Se i Millenials cercano l’autenticità, la generazione Z è alla ricerca della propria unicità, il che fa sì che le loro aspettative crescano notevolmente.

Quattro generazioni diverse fra loro, per età e per vissuto, un mix di linguaggi, abitudini e visioni diferenti che all’interno di un’azienda non possono che portare un grande valore aggiunto. Passato, Presente e futturo che dialogano tra loro in uno scambio di saperi e conoscenze al fine di creare sempre nuove opportunità.

Anche questo è dare Spazio al Talento.

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