Il mercato offre una moltitudine di prodotti per la conservazione del cibo così che trovare coperchi, vassoi e vaschette richiudibili di qualità e che rispettino l’ambiente non è affatto difficile. Qui di seguito troverai un po’ di informazioni utili per scegliere in modo consapevole tra le varie alternative ecologiche.
Materiali ecocompatibili e salute
Grazie agli sviluppi degli ultimi anni esistono oggi tipologie di plastica rispettosi dell’ambiente. Le plastiche possono essere raggruppate in 7 categorie principali:
→ categoria 1: PET
→ categoria 2: HDPE
→ categoria 3: PVC
→ categoria 4: Edb
→ categoria 5: PP
→ categoria 6: PS
→ categoria 7: PC, PTF e altre
Questi i simboli che le contraddistinguono per riciclarle correttamente:

Tra i materiali più utilizzati per la produzione degli imballaggi alimentari sono le plastiche di categoria 1 e categoria 5, ovvero PET e PP.
Plastica PET
Il suo nome completo è polietilentereftalato ed è la plastica riciclabile e riciclata (in questo caso chiamata R-PET) più diffusa.
Questa plastica è priva di agenti cancerogeni e di BPA (Bisfenolo A), sostanza che è stata definita come interferente endocrino che può causare effetti nocivi per la salute, andando ad interferire con il metabolismo, i processi di crescita e la funzionalità degli organi riproduttivi.
La plastica PET è utilizzata per la produzione di bottiglie d’acqua, imballaggi e vassoi per alimenti.
Plastica PP
Il polipropilene è invece un materiale di categoria 5. Fu scoperta dal chimico tedesco Karl Ziegler, è una plastica molto utilizzata in Europa. Questa plastica viene utilizzata per la produzione di diversi oggetti di uso comune quali giocattoli, parti di automobili nonché imballaggi per alimenti. Si tratta infatti di un materiale altamente resistente al calore e al grasso e non è tossico.
Affinché questi materiali siano realmente sostenibili per l’ambiente è fondamentale che vengano correttamente smaltiti e recuperati.
1. La raccolta
Solo attraverso una corretta gestione del rifiuto possiamo trasformare un rifiuto in una risorsa. La raccolta dei rifiuti di imballaggio in plastica avviene su due circuiti, in base alla provenienza: flusso urbano e flusso commercio e industria. Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica, rappresenta un passaggio fondamentale del ciclo di vita degli imballaggi in plastica, nell’ottica dell’economia circolare. Per questo ci sono consorzi (es. COREPLA) che consentono di trasformare una “risorsa-rifiuto”, attraverso processi di raccolta e selezione, in “prodotti-rifiuti” valorizzabili per l’attività di riciclo.
2. Riciclo e recupero
Dopo la fase di selezione, le frazioni ottenute vengono collocate sul mercato con modalità differenti a seconda della tipologia di materiale. Gli imballaggi per i quali non esiste possibilità di riciclo sono destinati a recupero energetico attraverso termovalorizzatori, produzione di combustibile alternativo in sostituzione di combustibili fossili destinato ad impianti termici come i cementifici.
3. Come si può usare la plastica riciclata
In ogni settore ci sono esempi di prodotti realizzati in plastica riciclata, dal settore tessile (i pile ad esempio, o gli indumenti in tessuto tecnico per fare sport, derivano dal riciclo delle bottiglie di PET), al settore dell’imballaggio a quello edile (tubi, etc), a quello dell’automotive (moquette per auto), arredamento e tanto altri.
RAPPORTO COREPLA 2020 (Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica):
Nel 2020 sono state immesse al consumo 1.913.914 tonnellate di imballaggi in plastica di pertinenza COREPLA e ne sono state recuperate 1.820.270 tonnellate, pari al 95%. Il 47% degli imballaggi in plastica è stato avviato a riciclo mentre il 48% è stato avviato a recupero energetico.